La razza è il frutto di incroci e meticciamenti tra l’ovino locale, ascrivibile alla più estesa popolazione Appenninica, e l’ovino Berbero o Barbaresco, di origine nord-africana. E’ un ovino di grossa taglia la cui caratteristica saliente è data dalla coda larga e grossa alla base, sino a cm 20 talvolta, prolungantesi assottigliata sino al garretto, che ha dato il nome alla razza. La testa non è pesante, il profilo nasale tende al montonino, orecchie di media grandezza, rivolte indietro ed alquanto pendenti. Le corna normalmente presenti nel maschio, triangolari, ravvolte a spirale e di lato; assenti nelle femmine. Il vello è bianco e si estende per tutto il corpo, eccetto che nella regione sterno-addominale, la faccia e la metà inferiore degli arti. Talvolta è nudo il collo e la spalla. Può presentare pigmentazioni color ruggine, più o meno intense, ed anche nere particolarmente alle orecchie ed alle guance. Di rado anche il vello presenta pezzature di colore marrone ed anche nere. Di buona fecondità, presenta una gemellarità non inferiore al 75%, frequenti i parti trigemini e non rari quelli quadrigemini. L’ovino Laticauda è particolarmente idoneo per l’allevamento poderale e viene, in genere, allevato in gruppetti di 10-20 capi e pochi sono i greggi di maggiore consistenza. L’area di allevamento comprende le province di Benevento, Avellino e Caserta; nuclei sono presenti anche nelle province di Cosenza, Matera, Catanzaro e Campobasso. Attualmente la consistenza numerica si è molto contratta.
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