Nel 2009 risultano iscritti al registro anagrafico gestito dall’ANAS (associazione nazionale allevatori suini) 25 allevamenti per un totale complessivo 371 scrofe e 29 verri iscritti.
(Fonte: Rivista Agricultura e Innovazione, n.1/09).
Nel 2009 risultano iscritti al registro anagrafico gestito dall’ANAS (associazione nazionale allevatori suini) 25 allevamenti per un totale complessivo 371 scrofe e 29 verri iscritti.
(Fonte: Rivista Agricultura e Innovazione, n.1/09).
Non vi è dubbio però che già dal 1700 esistevano a Napoli diverse botteghe, che nell’uso popolare erano denominate “pizzerie”, così come è certo che il prodotto rimase fino a metà del '900 un'esclusiva solo della città. Le pizze più consumate a Napoli erano la marinara (1734) e la margherita (1796-1810), che la tradizione vuole realizzata dal cuoco Raffaele Esposito della pizzeria Brandi nel giugno 1889, per onorare la regina d'Italia Margherita di Savoia, in visita a Napoli e dove i condimenti, pomodoro, mozzarella e basilico, rappresentavano i colori della bandiera italiana.
Ma veniamo ai giorni nostri ed in particolare alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea (GUCE C40/17) della domanda di registrazione della denominazione “Pizza Napoletana STG”, ai sensi del Reg. CE n.509/06 relativo alla protezione delle specialità tradizionali garantite dei prodotti agroalimentari. Finalmente, dopo alcune difficoltà, a fine settembre 2009 si concluderà l’iter per il riconoscimento dell’ambito marchio comunitario STG, avviato nel 2004 dall’omonimo comitato promotore composto dall’Associazione Verace Pizza Napoletana e dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani.
Da quel momento in poi
Al tal fine sono previste nel disciplinare di produzione tre tipologie: a) Marinara con aglio, olio, pomodoro ed origano (lo spicchio d'aglio va privato della pellicola e tagliato a sottili fettine); b) Margherita che richiede mozzarella STG, tagliata a listelli e pomodori pelati; c) Margherita extra con 80-