domenica 27 ottobre 2013

Nasce il centro ricerche PEROL

Firmato il protocollo d'intesa tra la PeRoL Carni e l'Università degli Studi di Napoli Federico II per la realizzazione del 1° Centro sperimentale per la lavorazione e la trasformazione delle carni e il miglioramento genetico con sede a Ruviano (CE).



Il Centro si occuperà delle tecniche di miglioramento genetico e della selezione animale; studierà le relazioni tra alimentazione e qualità dei prodotti; svolgerà ricerche in tema di benessere animale, di sostenibilità ambientale degli allevamenti zootecnici e della prevenzione delle patologie connesse alla densità degli allevamenti e degli altri fattori di stress; curerà lo studio, la caratterizzazione genetica e le strategie di conservazione delle razze autoctone, in particolare quelle della Regione Campania; sperimenterà la creazione di prodotti innovativi carnei di tutte le specie animali con la messa a punto di specifici disciplinari di produzione relativi alla loro certificazione; attiverà sistemi di divulgazione mediante la formazione, la qualificazione e l'aggiornamento dei tecnici del settore ed azioni di promozione.


Per info: 349.5455101 (dott. Alberto Rossetti) - e.mail: perolcarni@libero.it

martedì 22 ottobre 2013

Il Caciocavallo del Re dell'Alto Casertano

di Giovanni Lavornia

Il Bollino di Tutela
Un prodotto "Reale" non solo per il suo toponimo legato alla scoperta da parte del Sovrano, ma soprattutto in virtù del suo impareggiabile gusto e del suo inimitabile sapore che lo pongono indiscutibilmente fra le eccellenze agroalimentari della "olim Terra Felix". Proprio dai comuni dell’Alto Casertano, tra cui Dragoni, Alvignano, Ruviano, Caiazzo, Castel di Sasso, Pontelatone, Piana di Monte Verna, Baia e Latina, Pietramelara, Pietravairano, Alife e Gioia Sannitica, arriva la migliore produzione di latte vaccino controllato e selezionato, dalla cui artigianale ed antica trasformazione è possibile gustare il "Caciocavallo del Re", indubbiamente riservato ai palati più raffinati ma capace di far innamorare anche chi non ha mai amato i formaggi.


Un progetto, voluto fortemente dall’associazione Patto per l'Alto Casertano (www.ppac.it), in collaborazione con il professor Vincenzo Peretti del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, che vuole lanciare questo prodotto di nicchia che racchiude in sé Storia, Qualità e Tradizioni. Si racconta che il Re Ferdinando I di Borbone, detto anche Re Lazzarone e Re Nasone, durante una sua visita nel medio Volturno abbia assaggiato un caciocavallo e pare ne abbia commissionati più di mille chiedendo che fosse messa nella testa dello stesso un'oliva caiazzana. Da qui il nome di "Caciocavallo del Re" che si distingue dagli altri dal sapore unico ed inconfondibile e dall’oliva schiacciata caiazzana nella testa. Questo prodotto è indubbiamente entrato di diritto nella nouvelle cuisine, tanto da vivere una seconda giovinezza, ed è la proposta dell’Alto Casertano da gustare nelle diverse fasi di riposo: fresco, affumicato, stagionato medio (6 mesi) e stagionato lungo (12 mesi ed oltre); fresco dopo appena 7 giorni dalla produzione accompagnato da vino Pallagrello bianco o stagionato, accompagnato da miele di castagno e vino rosso Pallagrello o Casavecchia.

Il "Caciocavallo del Re" è candidato ad essere il prodotto di riferimento di un territorio incontaminato, quale l'Alto Casertano, la cui vocazione è agricola e nel cui territorio si ha ancora rispetto della terra e dei prodotti che la stessa offre; le emozioni, le sensazioni, le tradizioni nella produzione, nella conservazione e nella condivisione di un prodotto eccellente danno un valore maggiore al "Caciocavallo del Re" in totale sinergia con l’ecosistema e con l’ambiente. L’unico capace di far sognare chi lo mangia; bisogna assaporarlo nei luoghi giusti, in famiglia, in campagna, magari nei comuni di origine, nei numerosi agriturismi esistenti nell'Alto Casertano che offrono prodotti genuini e controllati.



Nasce la pizza Borgo dei Vergini



Storie e tradizioni che si intrecciano e si ritrovano intorno ad una tavola imbandita. I prodotti che hanno scritto la storia del regno di Napoli tornano a casa. E lo fanno celebrando con una pizza uno dei quartieri che meglio di tanti altri fotografa la città di ieri e di oggi. Dal forno degli Oliva, la pizzeria incastonata a via Arena alla Sanità, nasce la “Borgo dei Vergini”. Al momento di sfornare la prima nata della nuova serie non potevano mancare quanti si sono adoperati per la sua nascita. Il direttore del consorzio del Provolone del Monaco DOP lo stimato professor Vincenzo Peretti, il giornalista Roberto Esse ed il presidente dell’associazione della tutela e valorizzazione della gallina napoletana Rino Dazzo.
Una prelibatezza per celebrare l’arrivo in città di re Carlo. Il sovrano intorno al 1738 attraversò il quartiere per recarsi a Capodimonte. Una volta lì impartì l’ordine di costruire un “casino di caccia” che diventò la Reggia, dopo cento anni e più di lavori. Fortunatamente ci vogliono invece solo pochi minuti per ordinare la “Borgo dei Vergini” ed assaporarne aromi e profumi. La pizzeria del quartiere “Concettina ai Tre Santi” è ormai un vero e proprio ritrovo di storici e buongustai, oltre che essere un punto di riferimento anche per numerosi artisti della città. Un tempo erano i “Caffè letterari” ad essere il covo di intellettuali e ben pensanti, i tempi cambiano e non è raro trovare professionisti e professori che discutono dei massimi sistemi intorno ad una gustosa pizza. Pretende di entrare nel menù per raccontare storia e per deliziare palati la “Borgo dei Vergini”. Un trionfo di formaggi e di verdure che in tutta la loro semplicità raccontano il cibo ai tempi di re Carlo.
Le prime notizie della pizza le troviamo intorno al 1715 e raccontano di quanto fosse importante nell’alimentazione dei napoletani. Non era ancora una DOP ma già c’era in quei tempi il “Provolone del Monaco” che insieme al “Caciocavallo del Re” costituiscono la colonna vertebrale di questa eccezionale pizza realizzata dalla famiglia di Ciro Oliva. Erano già quasi cinquanta anni che i casari della Penisola Sorrentina e dei Monti Lattari arrivavano nel mercato dei Vergini a vendere i loro Provoloni. Arrivavano rigorosamente avvolti nelle loro mantelle. Simili al saio dei monaci.

Del resto proseguendo nel quartiere fra le mille bellezze dell’era barocca si arriva proprio alla chiesa de O’Munacone. Richiama all’era di Re Carlo anche il letto di scarole che accompagna i due formaggi. Un connubio esaltato dall’ottimo olio extravergine che da Concettina ai Tre Santi non manca mai. Tutti ingredienti adagiati su di un impasto leggerissimo, che da solo merita il dieci e lode. Ottimo anche l’abbinamento con Spuma 66, la spumeggiante bollicina di casa Cantine Mediterranee. Delicati equilibri di gusto che rendono indimenticabile il passaggio da Concettina ai Tre Santi.