sabato 13 febbraio 2010

Nasce il CeSBAl

Se pensiamo che i problemi causati dai cambiamenti climatici e ambientali siano lontani dalla nostra quotidianità e non ci riguardino, dobbiamo considerare che invece tutto questo si riflette sulla nostra alimentazione e sulla nostra tavola. Nell'ultimo secolo si sono estinte ben 350.000 varietà vegetali, numerose specie/razze animali, mentre molte specie ittiche sono a grave rischio. L’alimentazione di conseguenza evolve verso una standardizzazione, così come la sua qualità e ricchezza. Proteggere l’ambiente diventa importante quindi non solo per evitare l’inquinamento ma per salvaguardare la biodiversità di questi panieri di prodotti che sempre più spesso non riescono a sopravvivere (anche per le pressioni economiche) e scompaiono.

Il mezzogiorno d’Italia ed in particolare la Regione Campania presenta un modello agro-zootecnico assai diversificato nell’ambito del quale le maggiori opportunità sono infatti rappresentate dalle produzioni tipiche di elevata qualità, legate alle zone di provenienza ed alle tecniche di produzione e trasformazione, e che presentano forti legami con il territorio e detengono un ruolo di primo ordine nell’economia eco-compatibile dei sistemi locali di produzione. In queste condizioni le specie/razze autoctone in via di estinzione possono risultare capaci di svolgere un’azione di traino su prodotti ed imprese, e rappresentano un volano per lo sviluppo delle economie locali.

Per questo è nato, quale struttura del LUPT, Centro Interdipartimentale di Ricerca istituito dall'Università degli Studi di Napoli Federico II (D.R. n. 8592 del 22.02.1985), il CeSBAl, per valorizzare e promuovere le numerose ed a volta piccole realtà presenti sul territorio, offrendo un supporto per il loro sviluppo. Il CeSBAl si propone pertanto di a) fare acquisire dignità culturale alle tematiche legate al cibo, al vino ed all’alimentazione nel loro complesso; b) individuare e selezionare i prodotti enogastronomici e le modalità di produzione legati al territorio, nell’ottica della tutela e valorizzazione della biodiversità, promuovendone anche l'assunzione a ruolo di beni culturali; c) educare alla cultura alimentare i consumatori con la finalità del raggiungimento della piena coscienza del diritto al piacere e al gusto e l’acquisizione di una responsabile capacità di scelta in campo alimentare e promuovendo la pratica di una diversa qualità della vita, fatta del rispetto dei tempi naturali, dell'ambiente e della salute dei consumatori.

CHI SIAMO

Direttore Scientifico: Vincenzo Peretti
Direttore Tecnico: Ettore Guerrera
Comitato Tecnico Scientifico: Vittorio Barbieri, Monica Cutrignelli, Gionata De Vico, Antonino Nizza, Vincenzo Piccolo

Aree Tematiche
Area Enogastronomica - Resp. Mario Avallone
Area Pesca ed Acquacoltura - Resp. Gionata De Vico
Area Faunistica-Venatoria - Resp. Luigi Esposito
Area Produzioni Animali - Resp. Vincenzo Piccolo
Area Biomonitoraggio Ambientale - Resp. Francesca Ciotola

domenica 7 febbraio 2010

Verso la politica delle 3 A: Ambiente, Agricoltura ed Alimentazione

Il paesaggio agrario è “quell’attività che l’uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale”. (Emilio Sereni, Storia del paesaggio agrario italiano, 1961).

Le aree di ruralità moderna sono oggi quelle aree in cui le risorse provenienti dall’ambiente urbano si combinano con le risorse locali dando vita ad un territorio in cui l’attività economica e l’organizzazione sociale si articolano secondo nuove regole. Il carattere dominante delle aree rurali deve essere infatti la diversificazione dell’uso delle risorse. E’ necessario, pertanto, avviare un processo di sviluppo eco-sostenibile con la nascita di Cooperative, Consorzi e/o forme di associazionismo imprenditoriale, dove la forte ruralità del territorio, la presenza di numerosi prodotti tipici da valorizzare, la presenza di animali autoctoni devono rappresentare i punti di forza per la riqualificazione del territorio.

PUNTI PROGRAMMATICI PER LA RIQUALIFICAZIONE

1) Legge Regionale sulla Biodiversità

La legge dovrebbe prevedere la realizzazione di un “Repertorio regionale”, nell’ambito del quale, con il parere favorevole di una Commissione scientifica, vengano catalogate tutte le risorse genetiche tutelate. Il Repertorio può comprendere sia le varietà originarie della Regione, sia quelle che, pur avendo una diversa provenienza, sono state introdotte da lungo tempo e si sono integrate della realtà agrozootecnica regionale. Tutte le razze e varietà catalogate nel repertorio dovranno essere poi concretamente tutelate grazie a vere e proprie “Banche del germoplasma”. Si tratterà di strutture già esistenti (ad esempio laboratori di Centri di ricerca o Istituti universitari) in cui si provvederà per conto della Regione alla conservazione “ex situ” cioè fuori dal campo delle specie a rischio di erosione genetica. La conservazione “in situ”, ovvero nelle normali condizioni di coltivazione o di allevamento, dovrà essere invece affidata alla nuova figura degli “agricoltori o allevatori custodi”. Ad essi la Regione, tramite una convenzione, affiderà il compito di coltivare o allevare, nel rispetto di rigorose regole, determinate piante o animali, per un certo periodo di anni. A questo scopo è prevista l’istituzione di un vero e proprio “albo regionale” degli agricoltori custodi.

2) Realizzazione di Parchi Agricoli

Il parco agricolo è un territorio protetto da una serie di norme precise, con lo scopo di: a) tutelare e valorizzare la qualità del territorio e del suo patrimonio ecologico (ecosistemi tipici) contribuendo alla qualità della vita (benessere, salute e cultura), salvaguardando e valorizzando il paesaggio; b) sviluppare le attività agro-zootecniche attraverso anche il recupero dei prodotti di qualità; c) promuovere a livello turistico l’immagine del parco, coniugandolo con l’offerta turistica di centri urbani adiacenti importanti (monumenti, offerta fieristica,etc.); d) potenziare l’educazione, l’informazione e la comunicazione in materia di paesaggio, ambiente, agricoltura e zootecnia, per far crescere la consapevolezza della loro importanza e radicare il principio della responsabilità rispetto a quello del divieto (musei ed aree attrezzate a tema); e) favorire il recupero ambientale con la bonifica delle aree degradate; f) assicurare l’integrazione del parco agricolo con le altre zone di tutela ambientale contigue.

3) Realizzazione delle Città del Sole

Esistono aree dove la contaminazione ambientale, è legata, in maniera diretta, all’alimentazione: una elevata percentuale della dose di inquinanti (Diossine, Furani, PCB, Metalli pesanti, sostanze radiottivi) passa direttamente dal terreno ai prodotti alimentari e da questi agli esseri viventi. Ettari ed ettari di terreno dove le opere di bonifica risulterebbero troppo onerose per un recupero ad uso agricolo, mentre l’idea sarebbe quella di realizzare un impianto fotovoltaico, dove i panelli solari potrebbero essere inseriti, quasi come una opera d’arte, nel paesaggio di quel territorio (la città del sole). La gestione della città potrebbe essere quella di una società mista dove il pubblico è rappresentato da Comune/Provincia ed il privato da un consorzio/società degli stessi agricoltori proprietari dei terreni, che quindi continuerebbero a realizzare reddito senza per questo abbandonare i propri luoghi. Accanto all’impianto vero e proprio si potrebbero realizzare varie strutture dove organizzare attività con le scuole e corsi con i cittadini sul compostaggio dei rifiuti, la sensibilizzazione sulla raccolta differenziata e la conoscenze di energie rinnovabili, corsi su orticoltura e zootecnia, sul mantenimento di un ambiente pulito anche in collaborazione con le organizzazioni agricole, associazioni ambientaliste, etc.