martedì 23 giugno 2009

Verso una PG europea per il contrasto all'agropirateria: il Corpo Forestale dello Stato

L’Italia, nel panorama internazionale, rappresenta uno dei Paesi con un ricco e variegato patrimonio agroalimentare dove le produzioni tipiche nazionali costituiscono il “fiore all’occhiello” di un paniere di prodotti altamente differenziato, la cui ricchezza e varietà rappresentano un punto di forza in un contesto di crescente apprezzamento verso i prodotti diversificati e con un forte contenuto di tipicità.
A questo si aggiunge la presenza sul mercato di consumatori sempre più attenti agli aspetti nutrizionali in termini di apporto calorico, genuinità, originalità e unicità dei prodotti, che porta ad una esaltazione della cosiddetta “dieta mediterranea”, tanto che in questi ultimi anni l’enogastronomia italiana è divenuta tratto distintivo dello stile italiano, rappresentando uno dei fattori di successo e di identificazione del made in Italy.
Se poi quantifichiamo il valore del settore agroalimentare italiano, questo si può stimare come secondo in termini di fatturato dopo il metalmeccanico e riveste un ruolo determinante in ambito comunitario contribuendo per il 13% alla produzione agricola totale dell’Europa. Altrettanto consistente è l’export agroalimentare; la quota italiana sul commercio mondiale si attesta da diversi anni ad una cifra superiore al 3,5%. In questo contesto i prodotti agroalimentari italiani finiscono spesso oggetto di sofisticazioni, di falsificazioni evidenti, di ingannevole utilizzo dell’origine geografica, di contraffazione delle scadenze fino a giungere ad imitazioni nell’utilizzo di nomi o immagini che richiamano il nostro Paese (i colori della bandiera italiana finiscono in molti dei prodotti venduti sul mercato americano).
In Italia il problema è sotto controllo, molti sono i prodotti a denominazione di origine salvaguardati dalla legge. All’estero, invece, soprattutto al di fuori dell’Unione europea, è molto più difficile proteggere le produzioni italiane da queste imitazioni, che nel complesso valgono migliaia di miliardi. I grandi marchi della moda o le produzioni musicali, che pure subiscono molti tentativi di imitazione, hanno infatti una tutela giuridica internazionale che non possiedono invece i prodotti della tradizione agroalimentare. Il Reggianito argentino, la pasta Teresa, il formaggio Cambonzola e l’olio d’oliva Fra Diavolo sono solo alcuni dei tesori della tavola italiana che vengono imitati all’estero.
L’emergenza è soprattutto per i marchi di qualità D.O.P. e I.G.P. Così l’Italia perde ogni anno 2,8 miliardi di euro mentre il business raggiunge l’esorbitante cifra di 52,6 miliardi di euro. Solo negli Stati Uniti le imitazioni dei nostri formaggi certificati fruttano ben 2 miliardi di dollari. La percentuale di prodotti contraffatti provenienti dagli Emirati Arabi Uniti è del 5%, mentre è dalla Turchia che proviene il maggior numero di cibi e bevande falsificate ,18% insieme a Singapore, 12% e Ungheria ,7%.
In Italia i controlli e le indagini nel settore delle frodi alimentari per la sicurezza e la qualità degli alimenti sono effettuati da Organi dipendenti da diversi Dicasteri tra i quali il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, in questo contesto il Corpo Forestale dello Stato - Divisione 2^ (Polizia Agroalimentare), attraverso il Nucleo Agroalimentare e Forestale (N.A.F.) potrebbe svolgere una attività di controllo in materia agroalimentare anche in chiave europea.

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